Eleonora Pieroni brilla al Festival del cinema di Vanezia

Eleonora Pieroni star tra la sua Umbria e il red carpet di Venezia

Dopo le riprese per il film  tanto atteso ‘Dante Alighieri’ del maestro Pupi Avati, la modella e attrice Eleonora Pieroni torna nella sua amata Foligno per omaggiare la Giostra della Quintana nel ruolo di ‘Madrina della Quintana di New York’ come

ormai è da tradizione. Un titolo che le è stato conferito in seguito alla promozione della Quintana e della regione Umbria che la Pieroni ha dedicato volontariamente e organizzato nel 2019 a New York dove vive da anni.

> Nella scorsa estate la Pieroni ha presentato in Italia diversi festival del cinema e in ultimo ha partecipato al Festival del cinema di Venezia fotografata insieme all’attore del momento Can Yaman.
> Questa Quintana però, avrà un tocco speciale nel corteo storico, la Pieroni infatti indosserà un abito ispirato e realizzato sulla sua bellezza ed eleganza dalla maestra sarta Stefania Menghini che da più di 30 anni realizza costumi di ogni epoca per

rievocazioni, teatri, fiction e film. Tra le ultime collaborazioni ci sono gli abiti per la mostra “Grazie” di Capucci e il film” Benedetta ” di Paul Verhoeven.
> Il nuovo costume segue i dettami della moda della fine del XVI

> I tessuti di seta rossa e avorio sono impreziositi da ricami fatti a mano.
> Anche i gioielli realizzati da Cristiana Mariani, secondo antiche tecniche, sono in perle barocche e granati, quarzo cherry, giade rosse adornano la corona realizzata in stile seicento italiano e ispirata ai gioielli della famiglia Gonzaga di Mantova.

> Completano il corredo la collana di perle naturali con centrale di argento sbalzato a mono e granati.

> L’acconcitaura e il make up realizzato dal salone Chiara & Walter.

> Il direttore artistico Luca Radi curerà con la sua brillante creatività il corteo storico seppur quest’anno in manetta ridotta causa pandemia.

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Sila Film Festival: successo strepitoso per la seconda edizione

Sila Film Festival: successo strepitoso per la seconda edizione

Si chiude “col botto “ la seconda edizione del Sila Film Festival, così sostiene il direttore artistico Ivan Orrico. “Dopo il libro del procuratore Nicola Gratteri “ Non chiamateli eroi”, il

regista Paolo Licata  insieme con l’attrice Lucia Sardo e la giovane promessa Marta Castiglia hanno lanciato la proiezione del film Picciridda e dato l’appuntamento all’anno prossimo. Una

edizione, quella del 2021, piena di appuntamenti dove la letteratura, la tradizione si sono armoniosamente unite al cinema creando un connubio mai visto prima.

I territori Silani che hanno fatto da cornice a questa kermesse hanno dato la possibilità agli ospiti di entrare nella loro cultura e di assaporare i gusti che li contraddistinguono . La

manifestazione appunto è partita con la presentazione del libro di Arcangelo Badolati “Calabria terra di meraviglie“ in cui lo scrittore esalta e difende la nostra meravigliosa terra e

l’identità di tutti i calabresi. E così come Badolati lo ha fatto l’attore Mirko Frezza nel film Il più grande sogno difendendo i più deboli e i bisognosi. Alla proiezione del lungometraggio ha

partecipato anche l’attore coprotagonista Vittorio Viviani che ci ha raccontato di questa originale esperienza sul set.

Una volta ormai riscaldati i motori è entrato in pista un “grande pilota”, uno che può guidare solo a certi livelli, la star di Suburra la serie, l’attore Adamo Dionisi che interpreta nel film il

ruolo di Manfredi. Un artista completo che si definisce autore e che ha dato tanto al festival con le sue masterclass che hanno spaziato dalla regia , alla scrittura e alla recitazione. Una

persona vera che non ha risparmiato commenti e critiche sui cortometraggi in concorso e il cui giudizio ha dato giusto valore ai vincitori delle due sezioni. Nella categoria Mondo Corto

abbiamo visto vincere la regista  Valentina Casadei con “ Giusto il tempo per una sigaretta“, mentre nella categoria Diritti Umani il regista Michele Bia con “Gesù in Ferie” .

La letteratura in tutto il festival ha aperto gli incontri con il cinema e preceduto le proiezioni. Lo  scrittore Gioacchino Criaco che ha presentato il libro L’ultimo drago d’Aspromonte, e che

è anche l’autore di Anime Nere, romanzo a cui si è ispirato il regista Francesco Munzi con l’omonimo film che racconta una storia di Ndrangheta, ha infatti passato la scena al regista

Alessandro Pondi che con il suo film School of Mafia ha ridicolizzato la mafia a colpi di battute dei suoi attori come Nino Frassica, Fabrizio Ferracane, Paolo Calabresi”.

Insomma, che dire? Un festival che ha raggiunto i pieni voti e che merita anche la lode “grazie ad una figura, ad un brand che” – come dice il direttore artistico Ivan Orrico “ha reso tutto

più idilliaco. Vale a dire la figura del maestro orafo Peppino Spadafora e del brand di famiglia G.B Spadafora che ha realizzato i meravigliosi premi del Sila film Festival e che da anni crea anche quelli del festival di Venezia. Che questo significativo accostamento porti tanta vita e tanta fortuna all’evento…”

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The Coach, il talent torna su 7 Gold

E’ tutto pronto per la quarta edizione di The Coach, il talent show di 7Gold condotto da Agata Reale e ideato e prodotto da Luca Garavelli e Marco Zarotti. Da lunedì 6 settembre 2021, i telespettatori cominceranno infatti a scoprire il talento e le storie dei nuovi partecipanti del programma, che quest’anno avrà anche delle new entry nel cast fisso. Tra gli opinionisti ritornano infatti Vincenzo Beltempo e Antimo Lomonaco, che avranno al loro fianco le “esordienti” Luisella Sordini e Federica Zei. Tutti e quattro addetti ai lavori nel mondo della danza, della musica, della discografia e dell’arte in generale. Immancabili, per la buona riuscita del talent, anche i giudici: dalla conosciutissima coreografa Maura Paparo alla cantante Meriam Jane Ndubuisi, passando per l’influencer e modella bergamasca Ludovica Pagani, seguitissima sui social dove sfiora i 3 milioni di follower. Una presenza, quella della Pagani, che andrà ad impreziosire il cast di The Coach che, anche per l’edizione 2021/2022, ha due obiettivi principali: scovare nuovi talenti da seguire e ammirare ed offrire un talent davvero diverso dagli altri e a dir poco unico nel suo genere. Non mancheranno, infatti, le sorprese in vista delle varie fasi e della finalissima per un programma destinato ancora a crescere e a lasciare il segno.

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Napule è, eccellenza della ristorazione tutta italiana

Il marchio dei  ristoranti/pizzeria Napule è Fratelli Coppola  è nato nel 2004, grazie al padre di Katia, Ciro e Antonio Coppola, i cui ristoranti sono attualmente dislocati tra Como, Como lungo lago e Milano. Attività di cui Katia è profondamente orgogliosa.

I nostri ristoranti ci danno tante soddisfazioni, soprattutto nel mondo della pizza napoletana. Abbiamo costantemente dei feedback positivi dall’Associazione AVPN, che va a tutela della pizza napoletana. Uno dei miei fratelli, Ciro, è ambassador delegato della Lombardia. Chi viene da noi mangia napoletano; anche con una semplice parmigiana, se viene dal sud e in particolare dalla Campania, riesce a risentire i sapori di un piatto che, magari, gli preparava la nonna o la mamma. Noi di Napule è Fratelli Coppola giochiamo tantissimo su questa empatia che stabiliamo coi nostri clienti”.

Ciro e Antonio, sono pizzaioli e cuochi. Quando preparano i menù, insieme a Katia, vanno sempre alla ricerca di qualche azienda del territorio del sud Italia, che produce magari un salame o dei formaggi differenti da far provare ai loro clienti. Menù curati nei minimi dettagli, dall’antipasto ai dolci curati da Sal De Riso. Abbiniamo inoltre al cibo i  giusti vini, che portano dalla Campania, esattamente come la birra. Portano sempre in tavola la tradizione, ma strizzano anche l’occhio alla contemporaneità.

Il nostro menù non cambia mai; è lo stesso sia se uno viene da noi a pranzo, sia se sceglie di cenare. Alcuni si regalano un dolce. Noi lavoriamo con Sal De Riso, che è un pasticciere della costiera pluripremiato. La nostra carta è totalmente affidata a lui. La sera, soprattutto, in tanti si regalano un dessert che a pranzo evitano per non appesantirsi. La cucina napoletana tradizione è quella che ha dato il lancio a ristoranti come il mio. Ci teniamo al 100% sulla realizzazione del piatto. Se vieni da noi ti ritrovi un ragù napoletano fatto proprio seguendo la tradizione. Per la parmigiana, utilizziamo una ricetta di famiglia”.

I Fratelli Coppola utilizzano, in prevalenza, alimenti del sud. Non sono infatti incentrati solo sui prodotti made in Napoli. Anche se + normale per loro avere una predilezione per il sud, utilizzano anche degli alimenti che provengono dal nord, come le olive taggiasche che non sono di lì. La scelta dei loro prodotti va sulla qualità. Per tale ragione, nei loro locali i clienti sono soddisfatti e si respira sempre un’ottima atmosfera.

Il nostro marchio è Napule è Fratelli Coppola; esistono anche dei ristoranti che si chiamano semplicemente Napule è, ma non sono i nostri. Chi entra riconosce subito il nostro stile. Ci piace fare ascoltare la musica jazz napoletana. Il servizio è molto attento e curato in ogni minimo dettaglio. La nostra squadra è affiatata. Ci circondiamo di persone che amano il lavoro che facciamo. Solo così riusciamo ad ottenere i risultati sperati. Organizziamo eventi, come i compleanni. A Como Città abbiamo una sala privata di 60 posti. La affittiamo per consentire alle persone di celebrare gli eventi, come un compleanno, un battesimo o una cresima”.

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Daniele Pompili vola al cinema e passa per Venezia

Il giovane attore Daniele Pompili è nel cast di Una Preghiera Per Giuda, il nuovo film diretto da  Massimo Paolucci. Grazie a questa esperienza lavorativa, dal sapore internazionale, ha potuto lavorare con diversi divi come gli americani Danny Trejo e Natalie Burn e gli italiani Tony Sperandeo, Barbara Bacci, Bruno Bilotta, Marcello Mazzarella, Francesca Rettondini, Rosario Petix, Emilio Franchini, Martina Nasoni, vincitrice del Grande Fratello, e Jane Alexander.

Abbiamo svolto le riprese del film in Umbria. Sarò un carabiniere, molto particolare, e con dei grossi risvolti. La mia figura verrà molto ricordata nel film, che parla appunto di alcune  famiglie mafiose che si scontrano tra di loro e che, ovviamente, avranno a che fare con le forze dell’ordine. Avrò una parte tutta particolare, che il pubblico scoprirà”.

Una Preghiera Per Giuda, come annunciato da Pompili, verrà distribuito al cinema e, probabilmente, approderà in seguito su Netflix. Per Daniele è un motivo di orgoglio aver fatto parte di un film internazionale.

Provengo dalla televisione: ho lavorato a Ciao Darwin, sono stato ospite come opinionista da Barbara D’Urso. Sono stato dunque felice di essere inserito nel cast di questo film internazionale. Mi sono riscoperto come attore ed è stata una cosa molto bella”.

Tra i recenti lavori di Pompili ci sono Canonico, dove ha recitato al fianco di Michele La Ginestra la parte di un bulletto di strada che ha scoperto la fede, e Per Niente al Mondo, diretto da Ciro D’Emilio, nel quale ha impersonato un cubista all’interno di un cast che comprendeva anche l’ex tronista Nilufar Addati. Un sogno, quello di fare l’attore, che aveva sin da bambino, ma che si sta realizzando soltanto adesso.

Anche se sogno da sempre di fare l’attore, fino a poco tempo fa non c’era mai stata la giusta occasione per poter far parte di un cast. Sono quindi contento che mi sia stata data, finalmente, questa possibilità. In questi ultimi mesi sono stato su set diversi con attori importanti. E’ stato soddisfacente recitare con Tony Sperandeo e Danny Trejo. Osservandoli ho anche potuto imparare da loro”.

Anche se adesso la sua priorità numero uno è quella di imporsi e farsi strada come attore, Daniele Pompili non vuole chiudersi la possibilità di riapparire in televisione, qualora capitasse un bel progetto. Intanto, dato che è molto attivo sui social, informa costantemente i suoi social della sua nuova carriera, ancora tutta da scrivere, di attore.

Ho davvero un ottimo rapporto con i follower. Li informo di tutto quello che faccio, anche perché me lo chiedono. Faccio video, pubblico foto del dietro le quinte e li porto, in questo modo, con me sui vari set. Sono fermamente convinto del fatto che non bisogna mai perdere l’umiltà non bisogna. Comunico con i social mantenendo la mia umiltà”.

Infine, nei prossimi mesi, Pompili sarà protagonista di un cortometraggio, che ha già girato, ed andrà al Festival del Cinema di Venezia.

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Andrea Ubbiali: successo internazionale per lo stilista dei vip

E’ tempo di presentare una nuova collezione per Andrea Ubbiali, lo stylist, lo stilista e il make-up artist di tantissimi volti noti, la cui fama è sempre più internazionale.

In quest’ultimo periodo, ho lanciato la nuova collezione donna primavera estate. E’ suddivisa in undici capi estivi, ispirati ai paesi caldi del mondo che ho visitato e di cui mi sono innamorato. Ogni capo si ispira a una località ben precisa, come Saint Tropez, la Sardegna, la Puglia, il Marocco, la California, la Florida. Undici paesi del mondo che ho utilizzato. Le collezioni, bene o male, devono essere ispirate da qualcosa. Questa l’ho creata l’anno prima del Covid. E’ un percorso ben studiato, che ho analizzato come sempre nei minimi dettagli. La collezione è già in vendita on line e posizionata in 18 boutique selezionate in tutta Italia da nord a sud”.

La linea cruise, da crociera, è un viaggio negli 11 paesi  del mondo che Ubbiali ha voluto rappresentare. Per farlo al meglio, ha scelto colori freschi ed estivi ispirati, ovviamente, ai luoghi che racconta. Per il Marocco, ad esempio, ha optato per un colore che ricorda l’ambra, mentre per la Florida ha scelto le stampe dei fiori tipici tropicali. La Costa Azzurra viene rappresentata, invece, da un taglio geometrico e pulito con l’abitino fatto a bermuda. Per la Sardegna e la Puglia ha usato uncinetto, la lavorazione in crochet e il pizzo. Tutti tessuti italiani pregiati e di qualità, dove non c’è niente di sintetico. Infine, Ubbiali ha lanciato anche una collezione di costumi da bagno.

C’è poi la linea di cinque costumi da bagno interi, che sono semplici e bianchi. Negli stessi, cambia soltanto il disegno. Ne ho fatti cinque diversi. In base a come ti svegli la mattina e all’umore che ti senti, indossi un costume, che può essere anche un top, perché lo puoi indossare anche sotto la gonna. In uno c’è la donna che si mette il rossetto, nell’altro una con in mano il drink col cappello e l’occhiale squadrato, una col tacco spillo su una palla da carcere e dunque un po’ fetish e così via. Sono in doppia lycra, doppia fodera e, perciò, molto resistenti anche ai lavaggi”.

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Vacanze in costa Azzurra per l’artista musicale Sher B

Vacanze in Costa Azzurra per Sher B., al secolo Mario Spataro. Nelle scorse settimane, il noto cantante calabrese è stato avvisato nei pressi di Nizza e di Cannes, dove si è svolta, dal 6 al 17 luglio scorso, la 74esima edizione del famoso Festival del Cinema. Un modo per l’artista di far conoscere maggiormente la sua musica, dato che a gennaio 2021 ha pubblicato ‘M Ashanty, il suo ultimo album di musica dancehall.

Con questa trasferta, Spataro è stato mosso da un unico intento: ricaricare le pile per una nuova stagione che si prospetta ricca di impegni. Sono tanti, infatti, i progetti legati alla Warrior Inc e la Sher B. Empire, le due case discografiche che l’italiano ha fondato. Nei prossimi mesi, Sher B. non si esibirà soltanto in Francia, dove ha scelto di trascorrere il suo tempo libero, ma in diverse parti d’Europa, per far conoscere i suoi ultimi lavori, non soltanto per ciò che concerne il mondo della dancehall ma anche il repertorio classico e la sua attività di marimbista.

Un segnale di ripresa per Sher B. che, nonostante il 2020 fortemente caratterizzato dalla pandemia, non si è mai fermato, continuando a “regalare”, puntualmente, ai suoi fan delle nuove hit.

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Intervista a Enio Drovandi omaggia Francesco Nuti con un corto

Intervista a Enio Drovandi su Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti

Enio Drovandi, attore e regista di successo, ha voluto omaggiare di recente il collega e amico Francesco Nuti attraverso un cortometraggio, intitolato Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti, nel quale ha raccontato tutto il suo percorso cinematografico. Un’opera, trasmessa su Cine34, che ha fatto breccia nel cuore di chi ha amato Nuti, costretto da tempo al ritiro a causa dei suoi problemi di salute. Un lavoro di cui Enio Drovandi ci ha parlato in questa intervista.

Signor Drovandi, è il regista del cortometraggio Ti vogliamo bene Francesco Nuti, dedicato al grande collega. Com’è nata l’idea?

“E’ nato come un debito di riconoscenza, perché a metà degli anni ’80 i miei sogni correvano veloci, ma le bollette da pagare di casa e l’affitto correvano ancora di più. Quasi all’inizio della carriera, mi ritrovai senza soldi. Roberto Benigni e Francesco Nuti mi diedero dunque del denaro in prestito per provvedere a queste mie esigenze. Entrambi mi prestarono, insomma, i soldi degli affitti di qualche mese, che ho sempre restituito, naturalmente. In quel momento, al di là di un grazie informale, non ho fatto altro, visto che non importava che lo facessi perché erano ricchi e famosi. Roberto ha continuato a esserlo, ma  a Francesco, quando si è ritrovato nello stato abbastanza difficile in cui è anche adesso, ho sentito il bisogno di dirgli, nel senso pratico, quel famoso grazie più completo che non era necessario negli anni ’80. Mi sono domandato in che modo potessi farlo. E così ho pensato a qualcosa che potesse riportarlo alla ribalta, soprattutto per le nuove leve. Ho voluto farlo raccontare dalle generazioni più grandi, che se lo ricordano con grande affetto, perché trovo che sia sempre fastidioso, nella vita in generale, vedere che quando sei in auge tutti ti sono addosso e ti amano, mentre quando scendi un po’ si allontanano. E a me questo aspetto del genere umano, ovvero saltare solo sul carro del vincitore, non mi è mai piaciuto”.

Concordo con lei…

“Sì, le racconto un aneddoto. Mia madre mi diceva sempre che alle persone bisogna voler bene quando ci sono e non il contrario. Un altro insegnamento che mamma mi ha dato era quello che il mio vero conto in banca fosse saper dire grazie. Per questi motivi, che ho appena esposto, ho deciso di scrivere, interpretare e dirigere questo docufilm che si intitola Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti”.

Addentriamoci un po’ nella trama del docufilm. Come ha espresso il suo omaggio a Nuti?

“La trama è molto semplice. E’ la storia di un nonno, che racconta la vita attraverso il cinema di Francesco Nuti. All’interno del film, tra le altre cose, abbiamo voluto fare un omaggio all’amicizia con la presenza del calciatore Paolo Rossi, che ha interpretato se stesso. C’è un gesto di grande amore tra loro.  Francesco e Paolo, quando erano bambini, giocavano a pallone insieme nella Nazionale Under 14 a Coverciano. Nuti, quando vide Rossi giocare, capì che poteva fare il calciatore soltanto per divertimento, anche se giocava bene, ma non di certo arrivare a quei livelli di professionismo. Quando ho invitato Paolo Rossi a fare se stesso nel mio film, ho voluto dunque fare un gesto di grande amicizia tra questi due uomini. Francesco, in una scena di Tutta Colpa Del Paradiso, alla fine calcia un pallone. Ho così preso Paolo Rossi, che con la sua maglia da campione del mondo del 1982 – portata dal museo di Coverciano – nel corto tira in porta e fa goal. Per questo, si può tranquillamente dire che l’ultimo goal, con la maglia da campione dell’82, Paolo Rossi lo ha fatto a Pistoia nel mio film. Con un gioco di montaggio, si vede infatti Nuti che calcia il pallone, che esce e va a Rossi. Quest’ultimo stoppa di petto, tira e fa goal. Idealmente, ho dunque fatto rigiocare i due bambini diventati uomini, che nelle loro carriere hanno raggiunto l’apice del successo. Ho permesso loro di giocare una partita del cuore 50 anni dopo”.

La scena diventa dunque una sorta di omaggio anche a Paolo Rossi.

“E’ una storia nella storia, se vogliamo. C’è molto poesia, immensa, in quella scena. Ho realizzato un sogno di Francesco, che ha desiderato passare una palla a Paolo Rossi, con la maglia della nazionale, per consentirgli di fare goal. In quella scena, secondo me, non c’è un pallone, ma un cuore che entrambi calciano”.

Il film è stato trasmesso da Mediaset.

“Esattamente. Prima vorrei però sottolineare che tutti, dal primo all’ultimo e tecnici compresi, non abbiamo percepito un centesimo. Abbiamo lavorato per Francesco. Tutto quello che il film prende, premi e così via, va a Nuti. Tornando alla domanda, il film l’ha acquistato Mediaset ed è uscito, a maggio, su Cine34 nel giorno del compleanno di Francesco. Su Cine34 hanno fatto una giornata apposta per lui, col fine di trasmettere questo docufilm, che dura 40 minuti. E’ ibrido come durata. Mediaset, non sapendo cosa fare per mandarlo in onda, ha quindi organizzato una giornata con 4 film di Francesco, allegando il mio docufilm, che ha avuto altissimi ascolti”.

Oltre a lei, chi sono i protagonisti del film?

“Ci sono Annamaria Malipiero e Ginevra. La prima, si sa, è stata la moglie di Francesco, la seconda è la figlia. Inoltre, compaiono Paolo Rossi e un bambino. Hanno partecipato Giovanni Veronesi e Alessandro Benvenuti, che hanno fatto rispettivamente il prologo iniziale e finale. Fiorello, Muccino, Boldi, De Sica, Ornella Muti, Sabrina Ferilli e Brignano hanno poi rivolto un saluto a Francesco. So che, quando lo ha visto, Nuti ha fatto espressioni di felicità nel sapere che la gente del popolo non se l’è scordato”.

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Montsè Alcoverro: ” Spero di lavorare un giorno in Italia”

Intervista a Montserrat Alcoverro

Si avvicinano sempre di più le puntate clou di Una Vita, le stesse in cui il pubblico italiano dovrà salutare per sempre il personaggio di Ursula Dicenta, interpretato dalla bravissima Montse Alcoverro, ormai diventata uno dei volti più riconoscibili della soap iberica campione d’ascolti di Canale 5. In attesa della sua uscita di scena, la Alcoverro ci ha rilasciato questa nuova intervista, dove ci ha parlato anche di alcuni progetti che spera di portare avanti nel prossimo futuro…

Salve Montse, tutto il pubblico italiano la conosce per il ruolo di Ursula Dicenta, la terribile dark lady nella telenovela Una Vita. Immagino sia un personaggio che le ha dato tanto, anche a livello di attrice.

“Ursula Dicenta è stata un vero e proprio regalo, anche perché è cresciuta molto di più di quello che immaginavamo, rispetto a ciò che era stato deciso quando ho iniziato a girare Acacias 38, il nome che la telenovela ha in Spagna. Penso che il personaggio sia diventato così bello anche per merito degli autori, che hanno saputo scrivere per lei delle trame davvero avvincenti, segno del fatto che hanno riposto la loro fiducia nel personaggio, ma anche in me Montse, attrice”.

Per quale ragione, dal suo punto di vista, Ursula è stata così tanto amata dal pubblico? Non tutte le cattive riescono in questo senso…

“La malvagità di Ursula è senz’altro fuori dai canoni ai quali siamo abituati. Il pubblico, fin dall’inizio, ha incominciato a chiedersi fino a dove potesse spingersi la malvagità di Ursula; l’ha seguita per questo. Tuttavia, e mi duole dirlo, bisogna sempre ricordarsi che la Dicenta è un personaggio che appartiene ad una finzione televisiva, ma che purtroppo nel mondo esiste davvero gente cattiva come lei”.

Ursula è stata coinvolta in tante trame. A me, personalmente, ha colpito di più quella legata alla sua giovinezza…

“Penso anche io che quella trama sia stata una tra le più importanti, perché ha permesso al pubblico di conoscere l’infanzia dura e difficile che la Dicenta ha attraversato. Un’esistenza che è diventata ancora più doloroso in adolescenza, quando una violenza che ha subito ha innescato, ingiustamente, il rifiuto dei suoi genitori trasformandola, pian piano, nella donna cinica che è diventata. E’ stata una grande idea, da parte degli sceneggiatori, quella di inserire nella storia Blanca (Elena Gonzalez) e Olga (Sara Sierra), le figlie di Ursula. Attraverso vari flashback abbiamo ricostruito il suo passato. Una svolta importante per parlare di lei a 360°”.

A breve, anche noi italiani assisteremo all’uscita di scena di Ursula. Ha deciso lei di lasciare il cast?

“No, è stata una scelta pensata dagli autori per virare la trama su altre direzioni. In ogni caso, sono davvero grata a loro per avermi permesso di interpretare, per oltre quattro anni, una donna così complessa da portare in scena”.

Parliamo della sua passione per la recitazione. Quando è cominciata?

“Mi è sempre piaciuto recitare fin da bambina. Ero la prima a presentarsi alle recite scolastiche. Grazie ad un corso di arte drammatica, che ho intrapreso quando mi stavo dedicando al ballo, ho capito che potevo comunicare non soltanto con i gesti e i movimenti, ma persino attraverso le parole. E da lì che ho deciso, in maniera definitiva, che volevo essere un’attrice”.

Oltre la recitazione, ha qualche altra passione in particolare?

“Se non ho impegni legati al set, sto nella mia città con il mio compagno, la mia famiglia, i miei amici. Adoro i viaggi e ho avuto la fortuna di visitare tanti posti nel mondo. I miei amici mi definiscono una buona cuoca. Vivo la cucina come una sorta di terapia che mi rilassa ed è capace di farmi connetter con il lavoro manuale, con gli odori, i sapori. Curo poi le mie piante e i miei fiori. Sono una grande lettrice; mi aggiorno con costanza sul cinema e quello che succede nella mia industria. Non manco mai agli spettacoli teatrali o di danza. Mi alimento in continuazione di arte, di colori, di odori. Infine, mi fermo ad ascoltare la musica. Difficilmente la ascolto quando sto facendo altro. Mi piace stare connessa al 100% con ogni cosa che amo”.

Facciamo un gioco. Se potesse descriversi con tre aggettivi, quali utilizzerebbe?

“Le persone dicono che sono positiva, passionale e coerente. Aggiungo che sono molto passionale e coerente perché cerco di fare e dire quello che penso. Non tradisco mai me stessa”.

Ha qualche progetto futuro?

“Prossimamente sarò nel cast di una nuova fiction spagnola suddivisa in otto puntate. Appena l’Emergenza Coronavirus sarà passata, spero di tornare in teatro dal vivo. Ho dei bellissimi ricordi del periodo trascorso ad interpretare Ursula. Non nascondo che mi  piacerebbe dare vita ad un altro personaggio lungo. Penso di muovermi abbastanza bene al cinema, al teatro e in televisione. Non disdegno un giorno di lavorare in Italia. In passato, ho lavorato con Sergio Castellitto. Se uscisse fuori un nuovo progetto con lui ne sarei ben felice”.

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Nadia Rinaldi, la sua immagine per Medicanet

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Nadia Rinaldi per Medicanet

Attualmente Nadia Rinaldi , apprezzatissima attrice e amato volto tv , è anche

testimonial di Medicanet per la medicina integrativa  avanzata ed è sicuramente

il più grande esempio di come il benessere per la propria salute e la forma fisica

si possa raggiungere a tutti gli effetti per stare veramente bene 

“Dopo un percorso di dimagrimento, che ho voluto rendere pubblico per aiutare

tutte quelle persone che sono convinte che non ce la si possa fare a risolvere un

problema di obesità, perché volere è potere, ho utilizzato la chirurgia estetica ricostruttiva,

almeno nel mio caso. Quando si perdono diversi chili, si deve andare a togliere quel tessuto

che, anche col dimagrimento e con l’attività fisica, non si riesce più a fare aderire. 

Non smetterò mai di ringraziare il dottor Lorenzetti e tutto il suo staff, che si sonopresi cura

di me e hanno voluto rendere la mia immagine più armoniosa che mai. Proprio per

questo, mi sono avvicinata acollaborare con la Medicanet, ossia la medicina integrativa.

Hanno dei macchinari fantastici che, prima di arrivare ad intervenire chirurgicamente, possono dare ottimi risultati a chi magari è un po’ pigro ad allenarsi. Ovviamente, consiglio sempre una buona alimentazione e allenamento, ma con la Medicanet si ottengono dei risultati notevoli. A volte anche maggiori a quelli che si possono ottenere stando dalla mattina alla sera a fare squat in palestra”.

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