E’ tutto pronto per la quarta edizione di The Coach, il talent show di 7Gold condotto da Agata Reale e ideato e prodotto da Luca Garavelli e Marco Zarotti. Da lunedì 6 settembre 2021, i telespettatori cominceranno infatti a scoprire il talento e le storie dei nuovi partecipanti del programma, che quest’anno avrà anche delle new entry nel cast fisso. Tra gli opinionisti ritornano infatti Vincenzo Beltempo e Antimo Lomonaco, che avranno al loro fianco le “esordienti” Luisella Sordini e Federica Zei. Tutti e quattro addetti ai lavori nel mondo della danza, della musica, della discografia e dell’arte in generale. Immancabili, per la buona riuscita del talent, anche i giudici: dalla conosciutissima coreografa Maura Paparo alla cantante Meriam Jane Ndubuisi, passando per l’influencer e modella bergamasca Ludovica Pagani, seguitissima sui social dove sfiora i 3 milioni di follower. Una presenza, quella della Pagani, che andrà ad impreziosire il cast di The Coach che, anche per l’edizione 2021/2022, ha due obiettivi principali: scovare nuovi talenti da seguire e ammirare ed offrire un talent davvero diverso dagli altri e a dir poco unico nel suo genere. Non mancheranno, infatti, le sorprese in vista delle varie fasi e della finalissima per un programma destinato ancora a crescere e a lasciare il segno.
Daniele Pompili vola al cinema e passa per Venezia
Il giovane attore Daniele Pompili è nel cast di Una Preghiera Per Giuda, il nuovo film diretto da Massimo Paolucci. Grazie a questa esperienza lavorativa, dal sapore internazionale, ha potuto lavorare con diversi divi come gli americani Danny Trejo e Natalie Burn e gli italiani Tony Sperandeo, Barbara Bacci, Bruno Bilotta, Marcello Mazzarella, Francesca Rettondini, Rosario Petix, Emilio Franchini, Martina Nasoni, vincitrice del Grande Fratello, e Jane Alexander.
“Abbiamo svolto le riprese del film in Umbria. Sarò un carabiniere, molto particolare, e con dei grossi risvolti. La mia figura verrà molto ricordata nel film, che parla appunto di alcune famiglie mafiose che si scontrano tra di loro e che, ovviamente, avranno a che fare con le forze dell’ordine. Avrò una parte tutta particolare, che il pubblico scoprirà”.
Una Preghiera Per Giuda, come annunciato da Pompili, verrà distribuito al cinema e, probabilmente, approderà in seguito su Netflix. Per Daniele è un motivo di orgoglio aver fatto parte di un film internazionale.
“Provengo dalla televisione: ho lavorato a Ciao Darwin, sono stato ospite come opinionista da Barbara D’Urso. Sono stato dunque felice di essere inserito nel cast di questo film internazionale. Mi sono riscoperto come attore ed è stata una cosa molto bella”.
Tra i recenti lavori di Pompili ci sono Canonico, dove ha recitato al fianco di Michele La Ginestra la parte di un bulletto di strada che ha scoperto la fede, e Per Niente al Mondo, diretto da Ciro D’Emilio, nel quale ha impersonato un cubista all’interno di un cast che comprendeva anche l’ex tronista Nilufar Addati. Un sogno, quello di fare l’attore, che aveva sin da bambino, ma che si sta realizzando soltanto adesso.
“Anche se sogno da sempre di fare l’attore, fino a poco tempo fa non c’era mai stata la giusta occasione per poter far parte di un cast. Sono quindi contento che mi sia stata data, finalmente, questa possibilità. In questi ultimi mesi sono stato su set diversi con attori importanti. E’ stato soddisfacente recitare con Tony Sperandeo e Danny Trejo. Osservandoli ho anche potuto imparare da loro”.
Anche se adesso la sua priorità numero uno è quella di imporsi e farsi strada come attore, Daniele Pompili non vuole chiudersi la possibilità di riapparire in televisione, qualora capitasse un bel progetto. Intanto, dato che è molto attivo sui social, informa costantemente i suoi social della sua nuova carriera, ancora tutta da scrivere, di attore.
“Ho davvero un ottimo rapporto con i follower. Li informo di tutto quello che faccio, anche perché me lo chiedono. Faccio video, pubblico foto del dietro le quinte e li porto, in questo modo, con me sui vari set. Sono fermamente convinto del fatto che non bisogna mai perdere l’umiltà non bisogna. Comunico con i social mantenendo la mia umiltà”.
Infine, nei prossimi mesi, Pompili sarà protagonista di un cortometraggio, che ha già girato, ed andrà al Festival del Cinema di Venezia.
Intervista a Enio Drovandi omaggia Francesco Nuti con un corto
Intervista a Enio Drovandi su Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti
Enio Drovandi, attore e regista di successo, ha voluto omaggiare di recente il collega e amico Francesco Nuti attraverso un cortometraggio, intitolato Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti, nel quale ha raccontato tutto il suo percorso cinematografico. Un’opera, trasmessa su Cine34, che ha fatto breccia nel cuore di chi ha amato Nuti, costretto da tempo al ritiro a causa dei suoi problemi di salute. Un lavoro di cui Enio Drovandi ci ha parlato in questa intervista.
Signor Drovandi, è il regista del cortometraggio Ti vogliamo bene Francesco Nuti, dedicato al grande collega. Com’è nata l’idea?
“E’ nato come un debito di riconoscenza, perché a metà degli anni ’80 i miei sogni correvano veloci, ma le bollette da pagare di casa e l’affitto correvano ancora di più. Quasi all’inizio della carriera, mi ritrovai senza soldi. Roberto Benigni e Francesco Nuti mi diedero dunque del denaro in prestito per provvedere a queste mie esigenze. Entrambi mi prestarono, insomma, i soldi degli affitti di qualche mese, che ho sempre restituito, naturalmente. In quel momento, al di là di un grazie informale, non ho fatto altro, visto che non importava che lo facessi perché erano ricchi e famosi. Roberto ha continuato a esserlo, ma a Francesco, quando si è ritrovato nello stato abbastanza difficile in cui è anche adesso, ho sentito il bisogno di dirgli, nel senso pratico, quel famoso grazie più completo che non era necessario negli anni ’80. Mi sono domandato in che modo potessi farlo. E così ho pensato a qualcosa che potesse riportarlo alla ribalta, soprattutto per le nuove leve. Ho voluto farlo raccontare dalle generazioni più grandi, che se lo ricordano con grande affetto, perché trovo che sia sempre fastidioso, nella vita in generale, vedere che quando sei in auge tutti ti sono addosso e ti amano, mentre quando scendi un po’ si allontanano. E a me questo aspetto del genere umano, ovvero saltare solo sul carro del vincitore, non mi è mai piaciuto”.
Concordo con lei…
“Sì, le racconto un aneddoto. Mia madre mi diceva sempre che alle persone bisogna voler bene quando ci sono e non il contrario. Un altro insegnamento che mamma mi ha dato era quello che il mio vero conto in banca fosse saper dire grazie. Per questi motivi, che ho appena esposto, ho deciso di scrivere, interpretare e dirigere questo docufilm che si intitola Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti”.
Addentriamoci un po’ nella trama del docufilm. Come ha espresso il suo omaggio a Nuti?
“La trama è molto semplice. E’ la storia di un nonno, che racconta la vita attraverso il cinema di Francesco Nuti. All’interno del film, tra le altre cose, abbiamo voluto fare un omaggio all’amicizia con la presenza del calciatore Paolo Rossi, che ha interpretato se stesso. C’è un gesto di grande amore tra loro. Francesco e Paolo, quando erano bambini, giocavano a pallone insieme nella Nazionale Under 14 a Coverciano. Nuti, quando vide Rossi giocare, capì che poteva fare il calciatore soltanto per divertimento, anche se giocava bene, ma non di certo arrivare a quei livelli di professionismo. Quando ho invitato Paolo Rossi a fare se stesso nel mio film, ho voluto dunque fare un gesto di grande amicizia tra questi due uomini. Francesco, in una scena di Tutta Colpa Del Paradiso, alla fine calcia un pallone. Ho così preso Paolo Rossi, che con la sua maglia da campione del mondo del 1982 – portata dal museo di Coverciano – nel corto tira in porta e fa goal. Per questo, si può tranquillamente dire che l’ultimo goal, con la maglia da campione dell’82, Paolo Rossi lo ha fatto a Pistoia nel mio film. Con un gioco di montaggio, si vede infatti Nuti che calcia il pallone, che esce e va a Rossi. Quest’ultimo stoppa di petto, tira e fa goal. Idealmente, ho dunque fatto rigiocare i due bambini diventati uomini, che nelle loro carriere hanno raggiunto l’apice del successo. Ho permesso loro di giocare una partita del cuore 50 anni dopo”.
La scena diventa dunque una sorta di omaggio anche a Paolo Rossi.
“E’ una storia nella storia, se vogliamo. C’è molto poesia, immensa, in quella scena. Ho realizzato un sogno di Francesco, che ha desiderato passare una palla a Paolo Rossi, con la maglia della nazionale, per consentirgli di fare goal. In quella scena, secondo me, non c’è un pallone, ma un cuore che entrambi calciano”.
Il film è stato trasmesso da Mediaset.
“Esattamente. Prima vorrei però sottolineare che tutti, dal primo all’ultimo e tecnici compresi, non abbiamo percepito un centesimo. Abbiamo lavorato per Francesco. Tutto quello che il film prende, premi e così via, va a Nuti. Tornando alla domanda, il film l’ha acquistato Mediaset ed è uscito, a maggio, su Cine34 nel giorno del compleanno di Francesco. Su Cine34 hanno fatto una giornata apposta per lui, col fine di trasmettere questo docufilm, che dura 40 minuti. E’ ibrido come durata. Mediaset, non sapendo cosa fare per mandarlo in onda, ha quindi organizzato una giornata con 4 film di Francesco, allegando il mio docufilm, che ha avuto altissimi ascolti”.
Oltre a lei, chi sono i protagonisti del film?
“Ci sono Annamaria Malipiero e Ginevra. La prima, si sa, è stata la moglie di Francesco, la seconda è la figlia. Inoltre, compaiono Paolo Rossi e un bambino. Hanno partecipato Giovanni Veronesi e Alessandro Benvenuti, che hanno fatto rispettivamente il prologo iniziale e finale. Fiorello, Muccino, Boldi, De Sica, Ornella Muti, Sabrina Ferilli e Brignano hanno poi rivolto un saluto a Francesco. So che, quando lo ha visto, Nuti ha fatto espressioni di felicità nel sapere che la gente del popolo non se l’è scordato”.
Montsè Alcoverro: ” Spero di lavorare un giorno in Italia”
Intervista a Montserrat Alcoverro
Si avvicinano sempre di più le puntate clou di Una Vita, le stesse in cui il pubblico italiano dovrà salutare per sempre il personaggio di Ursula Dicenta, interpretato dalla bravissima Montse Alcoverro, ormai diventata uno dei volti più riconoscibili della soap iberica campione d’ascolti di Canale 5. In attesa della sua uscita di scena, la Alcoverro ci ha rilasciato questa nuova intervista, dove ci ha parlato anche di alcuni progetti che spera di portare avanti nel prossimo futuro…
Salve Montse, tutto il pubblico italiano la conosce per il ruolo di Ursula Dicenta, la terribile dark lady nella telenovela Una Vita. Immagino sia un personaggio che le ha dato tanto, anche a livello di attrice.
“Ursula Dicenta è stata un vero e proprio regalo, anche perché è cresciuta molto di più di quello che immaginavamo, rispetto a ciò che era stato deciso quando ho iniziato a girare Acacias 38, il nome che la telenovela ha in Spagna. Penso che il personaggio sia diventato così bello anche per merito degli autori, che hanno saputo scrivere per lei delle trame davvero avvincenti, segno del fatto che hanno riposto la loro fiducia nel personaggio, ma anche in me Montse, attrice”.
Per quale ragione, dal suo punto di vista, Ursula è stata così tanto amata dal pubblico? Non tutte le cattive riescono in questo senso…
“La malvagità di Ursula è senz’altro fuori dai canoni ai quali siamo abituati. Il pubblico, fin dall’inizio, ha incominciato a chiedersi fino a dove potesse spingersi la malvagità di Ursula; l’ha seguita per questo. Tuttavia, e mi duole dirlo, bisogna sempre ricordarsi che la Dicenta è un personaggio che appartiene ad una finzione televisiva, ma che purtroppo nel mondo esiste davvero gente cattiva come lei”.
Ursula è stata coinvolta in tante trame. A me, personalmente, ha colpito di più quella legata alla sua giovinezza…
“Penso anche io che quella trama sia stata una tra le più importanti, perché ha permesso al pubblico di conoscere l’infanzia dura e difficile che la Dicenta ha attraversato. Un’esistenza che è diventata ancora più doloroso in adolescenza, quando una violenza che ha subito ha innescato, ingiustamente, il rifiuto dei suoi genitori trasformandola, pian piano, nella donna cinica che è diventata. E’ stata una grande idea, da parte degli sceneggiatori, quella di inserire nella storia Blanca (Elena Gonzalez) e Olga (Sara Sierra), le figlie di Ursula. Attraverso vari flashback abbiamo ricostruito il suo passato. Una svolta importante per parlare di lei a 360°”.
A breve, anche noi italiani assisteremo all’uscita di scena di Ursula. Ha deciso lei di lasciare il cast?
“No, è stata una scelta pensata dagli autori per virare la trama su altre direzioni. In ogni caso, sono davvero grata a loro per avermi permesso di interpretare, per oltre quattro anni, una donna così complessa da portare in scena”.
Parliamo della sua passione per la recitazione. Quando è cominciata?
“Mi è sempre piaciuto recitare fin da bambina. Ero la prima a presentarsi alle recite scolastiche. Grazie ad un corso di arte drammatica, che ho intrapreso quando mi stavo dedicando al ballo, ho capito che potevo comunicare non soltanto con i gesti e i movimenti, ma persino attraverso le parole. E da lì che ho deciso, in maniera definitiva, che volevo essere un’attrice”.
Oltre la recitazione, ha qualche altra passione in particolare?
“Se non ho impegni legati al set, sto nella mia città con il mio compagno, la mia famiglia, i miei amici. Adoro i viaggi e ho avuto la fortuna di visitare tanti posti nel mondo. I miei amici mi definiscono una buona cuoca. Vivo la cucina come una sorta di terapia che mi rilassa ed è capace di farmi connetter con il lavoro manuale, con gli odori, i sapori. Curo poi le mie piante e i miei fiori. Sono una grande lettrice; mi aggiorno con costanza sul cinema e quello che succede nella mia industria. Non manco mai agli spettacoli teatrali o di danza. Mi alimento in continuazione di arte, di colori, di odori. Infine, mi fermo ad ascoltare la musica. Difficilmente la ascolto quando sto facendo altro. Mi piace stare connessa al 100% con ogni cosa che amo”.
Facciamo un gioco. Se potesse descriversi con tre aggettivi, quali utilizzerebbe?
“Le persone dicono che sono positiva, passionale e coerente. Aggiungo che sono molto passionale e coerente perché cerco di fare e dire quello che penso. Non tradisco mai me stessa”.
Ha qualche progetto futuro?
“Prossimamente sarò nel cast di una nuova fiction spagnola suddivisa in otto puntate. Appena l’Emergenza Coronavirus sarà passata, spero di tornare in teatro dal vivo. Ho dei bellissimi ricordi del periodo trascorso ad interpretare Ursula. Non nascondo che mi piacerebbe dare vita ad un altro personaggio lungo. Penso di muovermi abbastanza bene al cinema, al teatro e in televisione. Non disdegno un giorno di lavorare in Italia. In passato, ho lavorato con Sergio Castellitto. Se uscisse fuori un nuovo progetto con lui ne sarei ben felice”.
Nadia Rinaldi, la sua immagine per Medicanet
Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet
Nadia Rinaldi per Medicanet
Attualmente Nadia Rinaldi , apprezzatissima attrice e amato volto tv , è anche
testimonial di Medicanet per la medicina integrativa avanzata ed è sicuramente
il più grande esempio di come il benessere per la propria salute e la forma fisica
si possa raggiungere a tutti gli effetti per stare veramente bene
“Dopo un percorso di dimagrimento, che ho voluto rendere pubblico per aiutare
tutte quelle persone che sono convinte che non ce la si possa fare a risolvere un
problema di obesità, perché volere è potere, ho utilizzato la chirurgia estetica ricostruttiva,
almeno nel mio caso. Quando si perdono diversi chili, si deve andare a togliere quel tessuto
che, anche col dimagrimento e con l’attività fisica, non si riesce più a fare aderire.
Non smetterò mai di ringraziare il dottor Lorenzetti e tutto il suo staff, che si sonopresi cura
di me e hanno voluto rendere la mia immagine più armoniosa che mai. Proprio per
questo, mi sono avvicinata acollaborare con la Medicanet, ossia la medicina integrativa.
Hanno dei macchinari fantastici che, prima di arrivare ad intervenire chirurgicamente, possono dare ottimi risultati a chi magari è un po’ pigro ad allenarsi. Ovviamente, consiglio sempre una buona alimentazione e allenamento, ma con la Medicanet si ottengono dei risultati notevoli. A volte anche maggiori a quelli che si possono ottenere stando dalla mattina alla sera a fare squat in palestra”.
Vincent Riotta, divo del cinema internazionale nel cast di un nuovo film
L’attore italo-inglese Vincent Riotta sarà nel cast dell’ultimo film diretto
da Fabrizio Guarducci, che si intitola Anemos. Nel film, girato in Tuscania,
l’attore interpreterà infatti il ruolo di un eremita nel ‘500, che ha lasciato un convento per andare a trovare il Divino, che il regista ha associato al vento.
“Fabrizio Guarducci vuole ricercare la spiritualità, andando al di là dei dogmi o delle religioni. Questo personaggio, che è esistito nella realtà , è rimasto impresso a Guarducci, anche perché ha rifiutato il ruolo tradizionale del monaco per andare a cercare la vera Divinità, quella che non si può rappresentare su un tetto tramite un dipinto, ma che è spirituale e che abbiamo dentro noi stessi. Il film rimanda ad un concetto che gli antichi greci avevano: che il Divino, la Spiritualità, si trova nel vento”.
Girato durante il lockdown, Anemos è stato per Riotta una delle esperienze
spirituali più belle che ha vissuto, in cui non è mancata la soddisfazione anche
dal punto di vista lavorativo, dato che si è trovato benissimo con la maggior parte del cast.
“Nel cast, oltre a me, ci sono i bravissimi Sebastiano Somma e Giorgia Wurth. Ciascuno
di noi ha sentito la ricerca della Divinità che Guarducci ci ha trasmesso. Quella Divinità
che sta nella natura, nella terra, nel cielo e per Fabrizio nel vento: la stessa che ti porta ad apprezzare tutto il mondo. Anche adesso, dopo mesi e mesi, sono in contatto col regista. E’ una persona affascinante; un umano, che non è perfetto, ma i suoi difetti si possono perdonare. Chi, del resto, non li ha? E’ un uomo normale che è sempre alla ricerca della verità e dell’integrità che c’è dentro”.
Inoltre, Riotta interpreterà lo scienziato italiano Crocco, esistito realmente, nel film Rocketry, diretto da Madhavan, che è anche il protagonista nel ruolo di Nambi.
“Crocco era uno scienziato italiano che ha insegnato ad un collega indiano, Nambi,
tutta la tecnica, la scienza, che c’è dietro la costruzione dei missili, poi mandati nel cielo.
Nambi, che è esistito anche lui nella realtà, era infatti un ingegnere aerospaziale. Questo
scienziato è stato trattato male dallo Stato Indiano, che poi si è scusato con lui. Quella
che racconta il film, è una storia molto attesa, visto che l’India ha dovuto ritrattare, fino
a scusarsi, la sua versione su Nambi, accusato di spionaggio quando non era vero.
Madhavan, che è il regista, attore e una vera star in India, considera questo episodio come un tradimento dello Stato Indiano verso uno dei suoi eroi. Le mie scene sono con lo scienziato; gli insegno come fare e capisco che è un genio. Si crea tra Nambi e Crocco un bellissimo rapporto sullo schermo. Con lo stesso Madhavan, ho stretto un buon rapporto; mi manda pezzettini dei film e mi chiede poi dei consigli”.
Roberto Mallò per MassMedia Comunicazione
Roberto Chevalier, il signore del doppiaggio in nuovi progetti
Tanti nuovi progetti per Roberto Chevalier, attore e doppiatore di successo. Nelle prossime settimane, l’uomo sarà infatti impegnato con il doppiaggio di Top Gun 2 e presterà la voce ad Andy Garcia nella serie tv Rebel. Intanto, Chevalier è anche il direttore di doppiaggio di Grand Hotel, la serie iberica che andrà in onda prossimamente sulle reti Mediaset. Tutti progetti di cui ci ha parlato in questa nuova intervista.
Signor Chevalier, tra poco presterà nuovamente la voce a Tom Cruise nel seguito di Top Gun. L’uscita del film è stata più volte rimandata a causa della pandemia…
“Sì. Incomincerò a doppiarlo i primi giorni di maggio e lo termineremo entro il mese. Non ci resterà poi che aspettare la data d’uscita, ancora del tutto incerta. Prima si parlava di luglio, poi di settembre. Ancora non è ben definita. In ogni caso, noi faremo del nostro meglio, come sempre. Non nascondo di essere curiosissimo. Voglio vedere che succede in questo seguito”.
Anche perché un classico come Top Gun merita di uscire al cinema.
“Può solo uscire al cinema con quelle belle riprese aeree che ha. Altrimenti diventa un telefilm qualunque. E’ troppo spettacolare, come il primo, e va visto al cinema. Non c’è ombra di dubbio. Perde ogni magia, che è data dagli effetti, dai rumori, dal grande schermo. Non si può di certo replicare tutto quanto su un piccolo schermo”.
Tra l’altro, lei è la voce italiana ufficiale di Tom Cruise. Ci tiene particolarmente a questo progetto?
“Beh, sì. Infatti, dopo l’estate, doppieremo anche Mission: Impossible 7, sempre con Tom Cruise. Lui è una costante che continua a essere presente nella mia vita; siamo legati. L’ho doppiato in più di 35 film in 30 anni. E’ una cosa importante e bella per il pubblico, che sa che il suo attore è quello con quella personalità, sonorità, espressività ed emotività, che poi sono quelle che io recito ma che fa lui. Sono il suo replicante. Sono la sua voce, mentre lui è il mio corpo”.
So che presterà la sua voce anche ad Andy Garcia in una nuova serie…
“Esatto. Si tratta di Rebel. E’ una serie molto intrigante; un giallo psicologico. Garcia fa un avvocato molto tosto, che è capacissimo di portare in scena perché è bravissimo. Si è poi finalmente tolto quella barba che lo invecchiava tantissimo. Ora è l’Andy Garcia che tutti conoscono: bello, determinato, reattivo, espressivo e molto dentro al ruolo. Non so come evolverà il personaggio. Per ora lo doppio in tre e quattro puntate. Bisogna vedere cosa succederà. E’ prodotto dalla Disney. Credo che andrà in una delle loro piattaforme”.
Infine, è il direttore del doppiaggio di Grand Hotel, la nuova serie iberica che verrà trasmessa questa estate su Canale 5. Cosa pensa di questa proposta Mediaset?
“Grand Hotel è molto intrigante. E’ una serie fatta davvero bene. Nulla è lasciato al caso ed il pubblico si incuriosisce perché è ansioso di sapere come andranno poi a finire tutte le storie. Per questo, sono fermamente convinto del fatto che andrà bene. Io per primo ne sono rimasto sorpreso. Come sa, ho fatto tante telenovele, soprattutto negli anni ’90, come attore e doppiatore ma non avevo mai visto una cosa curata nei minimi dettagli come questa serie tv. Gli attori sono poi davvero molto bravi, oltre che bellissimi. E’ ambientata nel 1900 in Spagna e, per questo, ha un suo linguaggio curato e studiato per l’epoca. La finiremo di doppiare a fine settembre, inizio ottobre”.
E’ soddisfatto di questi nuovi lavori?
“Sì, sono dei bei prodotti. Delle cose in cui credo e a cui tengo, che mi terranno impegnato al massimo. E’ importante fare dei lavori che ti soddisfano”.