Intervista a Enio Drovandi su Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti
Enio Drovandi, attore e regista di successo, ha voluto omaggiare di recente il collega e amico Francesco Nuti attraverso un cortometraggio, intitolato Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti, nel quale ha raccontato tutto il suo percorso cinematografico. Un’opera, trasmessa su Cine34, che ha fatto breccia nel cuore di chi ha amato Nuti, costretto da tempo al ritiro a causa dei suoi problemi di salute. Un lavoro di cui Enio Drovandi ci ha parlato in questa intervista.
Signor Drovandi, è il regista del cortometraggio Ti vogliamo bene Francesco Nuti, dedicato al grande collega. Com’è nata l’idea?
“E’ nato come un debito di riconoscenza, perché a metà degli anni ’80 i miei sogni correvano veloci, ma le bollette da pagare di casa e l’affitto correvano ancora di più. Quasi all’inizio della carriera, mi ritrovai senza soldi. Roberto Benigni e Francesco Nuti mi diedero dunque del denaro in prestito per provvedere a queste mie esigenze. Entrambi mi prestarono, insomma, i soldi degli affitti di qualche mese, che ho sempre restituito, naturalmente. In quel momento, al di là di un grazie informale, non ho fatto altro, visto che non importava che lo facessi perché erano ricchi e famosi. Roberto ha continuato a esserlo, ma a Francesco, quando si è ritrovato nello stato abbastanza difficile in cui è anche adesso, ho sentito il bisogno di dirgli, nel senso pratico, quel famoso grazie più completo che non era necessario negli anni ’80. Mi sono domandato in che modo potessi farlo. E così ho pensato a qualcosa che potesse riportarlo alla ribalta, soprattutto per le nuove leve. Ho voluto farlo raccontare dalle generazioni più grandi, che se lo ricordano con grande affetto, perché trovo che sia sempre fastidioso, nella vita in generale, vedere che quando sei in auge tutti ti sono addosso e ti amano, mentre quando scendi un po’ si allontanano. E a me questo aspetto del genere umano, ovvero saltare solo sul carro del vincitore, non mi è mai piaciuto”.
Concordo con lei…
“Sì, le racconto un aneddoto. Mia madre mi diceva sempre che alle persone bisogna voler bene quando ci sono e non il contrario. Un altro insegnamento che mamma mi ha dato era quello che il mio vero conto in banca fosse saper dire grazie. Per questi motivi, che ho appena esposto, ho deciso di scrivere, interpretare e dirigere questo docufilm che si intitola Ti Vogliamo Bene Francesco Nuti”.
Addentriamoci un po’ nella trama del docufilm. Come ha espresso il suo omaggio a Nuti?
“La trama è molto semplice. E’ la storia di un nonno, che racconta la vita attraverso il cinema di Francesco Nuti. All’interno del film, tra le altre cose, abbiamo voluto fare un omaggio all’amicizia con la presenza del calciatore Paolo Rossi, che ha interpretato se stesso. C’è un gesto di grande amore tra loro. Francesco e Paolo, quando erano bambini, giocavano a pallone insieme nella Nazionale Under 14 a Coverciano. Nuti, quando vide Rossi giocare, capì che poteva fare il calciatore soltanto per divertimento, anche se giocava bene, ma non di certo arrivare a quei livelli di professionismo. Quando ho invitato Paolo Rossi a fare se stesso nel mio film, ho voluto dunque fare un gesto di grande amicizia tra questi due uomini. Francesco, in una scena di Tutta Colpa Del Paradiso, alla fine calcia un pallone. Ho così preso Paolo Rossi, che con la sua maglia da campione del mondo del 1982 – portata dal museo di Coverciano – nel corto tira in porta e fa goal. Per questo, si può tranquillamente dire che l’ultimo goal, con la maglia da campione dell’82, Paolo Rossi lo ha fatto a Pistoia nel mio film. Con un gioco di montaggio, si vede infatti Nuti che calcia il pallone, che esce e va a Rossi. Quest’ultimo stoppa di petto, tira e fa goal. Idealmente, ho dunque fatto rigiocare i due bambini diventati uomini, che nelle loro carriere hanno raggiunto l’apice del successo. Ho permesso loro di giocare una partita del cuore 50 anni dopo”.
La scena diventa dunque una sorta di omaggio anche a Paolo Rossi.
“E’ una storia nella storia, se vogliamo. C’è molto poesia, immensa, in quella scena. Ho realizzato un sogno di Francesco, che ha desiderato passare una palla a Paolo Rossi, con la maglia della nazionale, per consentirgli di fare goal. In quella scena, secondo me, non c’è un pallone, ma un cuore che entrambi calciano”.
Il film è stato trasmesso da Mediaset.
“Esattamente. Prima vorrei però sottolineare che tutti, dal primo all’ultimo e tecnici compresi, non abbiamo percepito un centesimo. Abbiamo lavorato per Francesco. Tutto quello che il film prende, premi e così via, va a Nuti. Tornando alla domanda, il film l’ha acquistato Mediaset ed è uscito, a maggio, su Cine34 nel giorno del compleanno di Francesco. Su Cine34 hanno fatto una giornata apposta per lui, col fine di trasmettere questo docufilm, che dura 40 minuti. E’ ibrido come durata. Mediaset, non sapendo cosa fare per mandarlo in onda, ha quindi organizzato una giornata con 4 film di Francesco, allegando il mio docufilm, che ha avuto altissimi ascolti”.
Oltre a lei, chi sono i protagonisti del film?
“Ci sono Annamaria Malipiero e Ginevra. La prima, si sa, è stata la moglie di Francesco, la seconda è la figlia. Inoltre, compaiono Paolo Rossi e un bambino. Hanno partecipato Giovanni Veronesi e Alessandro Benvenuti, che hanno fatto rispettivamente il prologo iniziale e finale. Fiorello, Muccino, Boldi, De Sica, Ornella Muti, Sabrina Ferilli e Brignano hanno poi rivolto un saluto a Francesco. So che, quando lo ha visto, Nuti ha fatto espressioni di felicità nel sapere che la gente del popolo non se l’è scordato”.